Non una di meno è una rete transfemminista nata nel 2016 sull’onda del movimento argentino Ni Una Menos dopo lo stupro e l’assassinio di Lucia Perez, una giovane argentina sequestrata, torturata e violentata fino alla morte da un gruppo di uomini ad oggi ancora rimasti impuniti. Un’assemblea nazionale a Roma nell’ottobre 2016 ne ha sancito la nascita e fin da subito il movimento si è propagato su tutto il territorio attraverso la creazione di decine e decine di nodi locali. Da nord a Sud, tutte le città più grandi come i centri più piccoli hanno prodotto un’enorme riattivazione nella lotta contro il patriarcato, il sessismo e ogni forma di violenza. Non una di meno comprende collettivi, gruppi, associazioni, centri antiviolenza e persone singol* che lottano contro la violenza maschile sulle donne e tutte le forme di violenza di genere. È un movimento autorganizzato, non legato a nessuna formazione o partito politico, che rivendica una propria autonomia di pensiero e di azione, improntata all’intersezionalità delle lotte e ad una visione strutturale e sistemica della violenza. In questi anni di attività sono numerosissime le iniziative organizzate come i temi e le questioni dibattute e su cui la rete ha preso una posizione autonoma e radicale.

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne, ogni 25 novembre Non una di Meno organizza una manifestazione nazionale; l’8 marzo invece partecipa e aderisce allo sciopero transfemminista globale insieme ad un centinaio di paesi nel mondo. Entrambe le date sono occasione di grande iniziativa politica nazionale e territoriale.

Nel 2017 Non una di meno ha scritto e presentato il suo Piano contro la violenza maschile contro le donne e le violenze di genere, un progetto frutto di anni di elaborazione politica e pratica collettiva dentro e fuori i centri antiviolenza in cui analizza e propone strategie di cambiamento e trasformazione radicale rispetto alla lotta contro le violenze di genere.